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Garante per la privacy: Condanna per Tim!

L’Autorità Garante per la privacy pare essersi scagliata proprio contro Tim. La causa sarebbe da attribuire ad un illecito relativo al telemarketing verso i vecchi clienti Tim.

Pare che il pomo della discordia sia stato proprio il famoso winback, ossia di interessanti promozioni con le quali un operatore telefonico contatta un ex cliente al fine di farlo tornare con sé. Questo sistema è lecito solo ed unicamente se il cliente, al momento della disdetta, abbia fornito la propria autorizzazione a essere ricontattato dall’operatore per future eventuali promozioni. A causa di questo illecito l’Autorità ha presentato un conto salatissimo a Tim, condannata  per aver commesso il fatto, coinvolgendo 2 milioni dei suoi ex clienti di rete fissa.

Il Tribunale di Milano ha esaminato l’accaduto e ha dato ragione al Garante per la Privacy, giudicando illecito richiamare clienti che non avevano espresso il consenso per farlo. Tim, infatti, si era rivolta al Tribunale per rispondere alle accuse Garante per la Privacy, ma i fatti le hanno dato torto marcio. Il giudice ha ammonito il gestore in quanto secondo il regolamento l’operatore può agire solo ed esclusivamente con il consenso dell’utente.

Tale azione è stata giudicata come un’operazione di telemarketing che per il giudice risultava essere parte di una campagna per riconquistare clienti, oltre ad aver messo in chiaro il fatto che senza il consenso esplicito al momento della disdetta, qualsiasi contatto futuro non è lecito.

Attualmente l’unico modo per ovviare il problema è quello di iscriversi al Registro delle Pubbliche Opposizioni, perchè anche se la Tim è stata ammonita, non è stato deliberato ancora alcun provvedimento.

TIM

Il Garante ha anche evidenziato come queste attività siano sgradite dagli utenti, visto che tra 5 milioni di ex clienti contattati solo 5 mila hanno accettato l’offerta per tornare in Tim.

Non è la prima volta che Tim viene coinvolta in questo tipo di provvedimenti, infatti nel 2016 AGCOM ha irrogato una sanzione da 360.000 euro per la mancanza di chiarezza del sistema di risposta automatica interattiva e per l’assenza di una opzione che permetta di parlare immediatamente con un operatore.La sanzione è stata la chiusura ad una vicenda iniziata con la denuncia da parte di un cliente che voleva denunciare lo smarrimento della propria sim, ma che non è riuscito a contattare gli operatori a causa di un sistema troppo complesso, che fa si che l’utente non riesca a contattare il gestore in maniera lineare.

In conclusione possiamo dire che il cliente non è affatto tutelato da qualsiasi forma di attività di telemarketing da parte dei gestori che non pagano quasi mai per gli illeciti commessi.

Voi vi sentite tutelati dalle Istituzioni o non sapreste rinunciare alle succulente offerte dei winback dei gestori?

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